olivieri-audioQuando al Porto le vie cittadine erano anonime, solo contrassegnate da numeri, in quella che successivamente sarà segnalata “Umberto I” e, da ultimo “Bruno Buozzi” o “Viale della Stazione”, proprio all’incrocio con la strada Aprutina (o Lauritana) e gli Archi dei Fiori erano al loro posto, si distingueva, e si distingue tutt’oggi, Palazzo Olivieri.


La fama della casa borghese è presto oscurata dalla leggenda che ne fa la sede del mistero tra storte e alambicchi, alla ricerca di chissà quali filtri d’amore o della pietra filosofale.
Il proprietario è Francesco Olivieri che nulla ha dell’alchimista medievale: ha idee innovative; nel 1830 da una umile erba (anisum pimpinella), estrae un nuovo liquore, “Anisina Olivieri” che, con il logo del pittore Sigismondo Nardi, invade il mondo meritando universali riconoscimenti. Partecipa alla storia del paese: a ridosso dell’Unità di Italia e con la costruzione della Ferrovia Adriatica, è all’interno dei traffici e dei commerci del Nuovo Regno. Oggi sull’edificio, sede di un’altra attività commerciale, resta la scritta “Anisina Olivieri”.